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    Associazione Sviluppo Turistico Valbisenzio

    Si propone, come scopo, la promozione sotto ogni forma dello sviluppo culturale, turistico, sociale, naturalistico e sportivo dilettantistico del territorio della Val Bisenzio.

    Se hai qualcosa da chiedere, sulla Val di Bisenzio, come itinerari, curiosità o cose da fare o da vedere, non esitare a contattarci, cercheremo di darti i nostri suggerimenti!


    Siti amici

    Ringraziamenti

    Un ringraziamento speciale a chi ha collaborato per foto, testi e suggerimenti:

    • Alberto Badolati
    • Brunero Lucarini
    • Roberto Fontani
    • Fiorenzo Fallanti
    • Nello Santini
    • Luca Cecconi
    • Lucia Mattei
    • Gianni Cangioli
    • Gaia Spinelli
    • Irene Marchetti
    • Annalisa Marchi
    • Yuri Storai
    • Luca Bartoli
    • Giovanni Pini
    • Giacomo Bencini
    • Marco Mauro Guarducci
    • Mauro Torlai
    • Paolo Novellini
    • Simone Rossini
    • Sara Rossini
    • Claudia Iozzelli
    • Massimo Innocenti
    • Elia Taddei
    • Filomena Vulcano
    • Francesca Ciuti
    • Riccardo Pagani
    • Francesco Bacci

  • Fotografia naturalistica

    Gran parte del territorio della Val di Bisenzio ben si presta all'osservazione e alla fotografia della ricchezza in biodiversità animale dell'area.

    In zona sono presenti infatti i principali ungulati che compongono la fauna di questa parte appenninica (fatta eccezione per il daino, che era stato reintrodotto nel versante pistoiese dell'Acquerino ma che attualmente è presente con pochi esemplari nella parte meridionale dell'area Natura 2000 del Monteferrato e Iavello). Cinghiali (molto facili da avvistare, come del resto in gran parte d'Italia) e caprioli (più rari) possono essere fotografati facilmente un po' in tutti e tre i comuni della Valle, ma il vero protagonista degli scatti valbisentini è il cervo: simbolo della Riserva Naturale Acquerino Cantagallo, il suo bramito è un'attrazione che molti non si vogliono perdere. Il periodo dell'amore del cervo va da metà/fine agosto (appena scendono di qualche grado le temperature estive) a fine ottobre. Il questi due mesi gli esemplari di sesso maschile emettono un verso particolare che richiama le femmine e sfida gli altri maschi. altra particolarità del periodo dell'amore sono i combattimenti, in cui due maschi si sfidano a colpi di palco.

    Il cervo cosiddetto "dell'Acquerino" (per la zona in cui è stato reintrodotto, con alcuni esemplari provenienti dalle foreste del Tarvisio, negli anni '50 e '60 del secolo scorso) ha caratteristiche considerate di pregio: alla maestosità si uniscono palchi con molte punte (uno studio effettuato fra il 1993 e il 1995 aveva identificato palchi da record con complessive 32 punte) e la tendenza (nel 10% degli esemplari) alla palmatura, sia della parte apicale che per i due terzi del palco. Col passare degli anni - e la caccia di selezione - è sempre più difficile trovare palchi palmati e con molte punte, ma può capitare. La caratteristica dei palchi del cervo dell'Acquerino è spiegata nello studio commissionato dalla Regione Toscana nel 1993. "Indagine sulla popolazione di cervo nell'Acquerino".

    "La pregevole qualità dei palchi del' Appennino - si legge nello studio - evidenziabile sia dai valori medi sia dagli esemplari record, merita un commento conclusivo, alla ricerca di possibili spiegazioni. Sui palchi di cervo agiscono con diverse intensità sia fattori ambientali sia fattori genetici. Indubbiamente I' Appennino tra Prato, Pistoia e Bologna offre risorse trofiche interessanti e gli spostamenti stagionali permettono ai cervi di utilizzarle in modo ottimale. Inoltre il clima e sostanzialmente mite, con inverni poco rigidi, nevicate relativamente scarse e breve permanenza del manto nevoso; la struttura dei complessi boscati garantisce riparo anche nei periodi più inclementi. E' comunque molto probabile che la componente genetica giochi un ruolo non marginale. Ricordiamo che la piccola popolazione iniziale era composta da appena 4 esemplari, di cui un solo maschio adulto dotato di ottimo palco. E' possibile che si sia verificato il cosiddetto "effetto fondatore", un fenomeno genetico in cui si fissano nella popolazione successiva le caratteristiche uniche

    di uno dei riproduttori originari di un ristretto nucleo di fondatori. Sono noti in letteratura almeno 3-4 casi di probabile "effetto fondatore" associato al palco (Mattioli, 1993, 1994)".

    Se è facile riuscire a fotografare i cervi nostrani, molto più difficile è riuscire ad immortalare un lupo appenninico: pochi fotografi ci riescono, dopo giornate spese in appostamenti.

    Altro sogno del fotografo è quello di riprendere il "fantasma dei boschi", il gatto selvatico. Presente anch'esso come il lupo, condivide col canide la stessa elusività. Se esiste però qualche scatto di lupo ripreso localmente, le immagini relative alla presenza del Felis silvestris sono state ottenute in Val di Bisenzio soltanto grazie alle fototrappole.

    In lavorazione...



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    Utilità

    Via della lana e della seta

    • Tappa 2Sasso Marconi / Grizzana Morandi
    • Tappa 3Grizzana / Castiglione dei Pepoli
    • Tappa 4Castiglione dei Pepoli / Vernio

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