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    Associazione Sviluppo Turistico Valbisenzio

    Si propone, come scopo, la promozione sotto ogni forma dello sviluppo culturale, turistico, sociale, naturalistico e sportivo dilettantistico del territorio della Val Bisenzio.

    Se hai qualcosa da chiedere, sulla Val di Bisenzio, come itinerari, curiosità o cose da fare o da vedere, non esitare a contattarci, cercheremo di darti i nostri suggerimenti!


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    Un ringraziamento speciale a chi ha collaborato per foto, testi e suggerimenti:

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  • Cavarzano e Luciana

    CAVARZANO

    Da Mercatale, superato il ponte sul Bisenzio, imboccando la strada sulla sinistra, si giunge dopo circa sei chilometri a Cavarzano.

    Gruppo di popolamento altomedievale, fu antico possesso dei Cadolingi di Fucecchio che poi lo cedettero agli Alberti. Ci abitò Uguccione, figlio di Guglielmo Bulgaro, che donò alla Badia di Montepiano le terre dove poi sorse il monastero.

    L’edificio più emergente dell’abitato è la Chiesa di S. Pietro Apostolo, che svetta sui tetti del borgo.

    Sicuramente da visitare le cosiddette Alpi di Cavarzano, percorrendo la via comunale, costeggiando Poggio di Petto con vista di balze profonde e dirupi.

    Vicino alla piccola frazione di Gagnaia si trova la zona di Crivigliana, ricca di castagneti e la Fonte di Gagnaia, già citata nel 1766 quale fonte di abbevera mento di greggi di pecore.

    A Gagnaia, già dal XVII secolo, si stabilì la famiglia Marchi, proveniente da Genova. A Gagnaia, nel 1634 sorse anche la Compagnia del SS.Rosario fondata da Camillo di Santo Marchi.

    Il Peraldaccio, primo insediamento nel Comune di Cantagallo, è posto sulla strada che portava alla Dogana di Cavarzano, unico accesso occidentale al feudo dei Conti Bardi.

    Nel 1815 Cavarzano venne ammesso alla Contea di Vernio.


    LUCIANA

    Percorrendo la statale 325, lasciata Sasseta, sull’altra sponda del fiumenta a 529 metri di altitudine in una posizione geografica favorevole e solatia, sorge Luciana. Il nostro piccolo Borgo che la toponomastica ritiene abbia avuto origine da un insediamento di epoca romana, nacque in una zona favorevole all’ agricoltura e all’allevamento per la vicinanza dei pascoli. Sopra l’abitato, su uno dei contrafforti meridionali del Poggio di Petto, gli Alberti possedevano un torrione fortificato del quale non rimangono tracce, che situato in una zona dominante, era particolarmente importante nel sistema difensivo della parte superiore della Val di Bisenzio.

    All’inizio dell’abitato una strada stretta scende sulla sinistra fino alla chiesetta di S. Martino che fu’ sede di parrocchia e di patronato dei Bardi. Il piccolo e semplice edificio fu’ ristrutturato intorno al 1830 ed esternamente si mostra completamente intonacato. L’interno a navata unica ha il soffitto ligneo di tipo cinquecentesco, sorretto da una capriata con mensoloni, e le pareti intonacate. Sulla parete dietro la mensa dell’ altare maggiore e’ una tela raffigurante la “ Madonna con Bambino in gloria ai Santi Martino e Antonio Abate” di pittore ignoto, ma riferibile alla metà del seicento.

    Ritornando sulla strada principale dalla quale si godono splendidi panorami delle frazioni vicine, sulla destra si incontra la caratteristica, e ripida via

    di Luciana affiancata dagli edifici più’ antichi dell’abitato.

    La realizzazione del tratto di strada provinciale da S. Quirico a Montepiano ha relegato Luciana ad un ruolo marginale, mentre in passato era al centro di una viabilità importante che collegava San Quirico con Montepiano e Sasseta con Cavarzano attraverso una mulattiera di tracciato medievale che passava nel fosso del Baco, sotto Luciana e attraverso i castagneti.

    Di fronte a Luciana, in direzione del Poggiolino e di San Quirico, in una valle angusta si trova il cosiddetto “Sasso alle fate”, un enorme roccia con spaccatura verticale. Una leggenda medioevale racconta dell’agguato teso al Conte Uguccione di Vernio, da alcuni Vassalli, e che lo murarono vivo dentro una spelonca . Da questo racconto nacque la leggenda popolare che vi fosse stato rinchiuso dalle fate, considerate malvage e astiose.


    Cosa fare

    • Una breve passeggiata fino a Poggio di Petto lungo la strada, dai panorami mozzafiato, che percorre il crinale che sovrasta la vallata del torrente Carigiola
    • Rilassarsi all'ombra di in un castagneto secolare leggendo un libro (consigliamo "L’assassinio di Vittorio Ugo Fedeli. Testimonianze e misteri di un delitto dell’Ottocento" di Gianfranco Ravenni, appassionante giallo che ben descrive la vita di Vernio ed in particolare di Cavarzano e dei suoi abitanti nella seconda metà del 1800
    • Scendere da uno dei sentieri Cai che partono da Gagnaia o dalla strada per l'Alpe verso il torrente Carigiola, per ammirare la ricchezza in biodiversità dell'area protetta e gli abitati medievali ancora intatti
    • Prendere parte ad una delle tante attività delle pro loco di Cavarzano e di Luciana (segnaliamo la storica Festa Medievale di Luciana, ogni anno nel periodo estivo)


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    Via della lana e della seta

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    • Tappa 4Castiglione dei Pepoli / Vernio

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