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Una figura avvolta in un alone di santità e leggenda, la cui vita e i cui prodigi hanno alimentato la devozione popolare e ispirato numerosi racconti. Sebbene le date precise della sua nascita e morte siano incerte e variano tra le fonti, si colloca la sua esistenza tra il 1040/1050 e il 1103/1110. Non era un sacerdote, ma un laico che abbracciò con fervore il movimento di riforma spirituale iniziato da San Giovanni Gualberto, fondatore dei Vallombrosani. Questo movimento mirava a contrastare le piaghe del nicolaismo (incontinenza del clero) e della simonia (commercio dei benefici ecclesiastici), promuovendo un ritorno alla radicalità della vita monastica benedettina.
Pietro si ritirò in un eremitaggio nei boschi vicino al passo di Montepiano, sull'Appennino Tosco-Emiliano. La fama della sua santità, unitamente a una serie di eventi prodigiosi, attrasse intorno a lui un gruppo di religiosi e laici desiderosi di seguire il suo esempio di vita ascetica e dedizione a Dio. Prima del 1096, si formò così una vera e propria comunità, che diede origine alla Badia di Montepiano, anche se alcune fonti suggeriscono che la Badia esistesse già dal 1005 e fosse stata restaurata in un secondo momento.
Tra le leggende più celebri legate al Beato Pietro vi è quella che coinvolge un Conte Alberti di Vernio. Si narra che un giorno, durante una battuta di caccia, una lepre inseguita dai cani si rifugiò sotto i panni del Beato Pietro, che si trovava a "La Cella" (oggi "Fonte al Romito"). Il prodigio fu evidente a tutti i presenti, tranne che al Conte. Quando il Conte chiese della lepre, gli fu detto che si era messa in salvo sotto il mantello del "Santo Vecchio". Il Conte, scettico, rispose con arroganza che era più impossibile che la lepre si trovasse lì, di quanto un albero potesse salire in groppa al suo cavallo. Appena pronunciate queste parole, un albero si sradicò improvvisamente e andò a posarsi sul dorso del cavallo del Conte. L'albero non si mosse finché il Conte non promise di lasciare libera la lepre. Questo miracolo, immortalato anche in un bassorilievo nella chiesa della Badia di Montepiano (un tempo attribuito a Cimabue, ma risalente al 1700), testimonia la potenza divina manifestata attraverso Pietro e la sua capacità di piegare persino la natura.
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